ADI

L’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani (ADI), costituita nel 1998, è l’organizzazione di rappresentanza sociale dei dottorandi e dei dottori di ricerca italiani. L’ADI s’impegna a tutelare ed estendere i diritti dei dottorandi e dei giovani ricercatori e a promuovere il titolo di Dottore di Ricerca. L’ADI non ha fini di lucro ed è fatta da dottorandi e da dottori di ricerca che dedicano in maniera volontaria e non retribuita il proprio tempo per migliorare le condizioni di vita e di ricerca di tutti. L’ADI è indipendente dai partiti e dalle organizzazioni sindacali e autonoma nell’elaborazione e nell’attuazione delle sue politiche. L’ADI riconosce come suoi referenti sociali i dottorandi e i giovani ricercatori. L’ADI promuove la libera circolazione dei saperi e la loro dimensione pubblica al servizio di tutti i cittadini. L’ADI crede che la ricerca scientifica debba essere strumento di comprensione del mondo e di progresso umano. L’ADI si impegna nella costruzione di una rete europea di dibattito e di rappresentanza dei dottorandi e dei giovani ricercatori. A tal fine fa parte di EURODOC.

giovedì 2 giugno 2011

Le richieste di ADI Napoli ai rettori napoletani

L'ADI è l'unica associazione di categoria che difende gli interessi dei dottorandi e dei dottori di ricerca sull'intero territorio nazionale. Allo scopo di accreditarci presso gli Atenei napoletani, specialmente in vista dell'imminente riforma degli statuti, ADI Napoli intende incontrare tutti i rettori avanzando delle proposte concrete per aprire un dialogo con le istituzioni universitarie, che sono sintetizzate all'interno di questo documento :



Illustrissimo Rettore,
quali rappresentanti dell’ADI Napoli, associazione dottorandi e dottori di ricerca, e della ....... al fine di migliorare le condizioni delle nostre categorie e consci dell’impegno da lei profuso negli anni per mantenere viva la ricerca nel Suo Ateneo, vorremmo che considerasse le seguenti  proposte da inserire, nel nuovo Statuto di Ateneo:



-     Chiediamo che venga prevista una adeguata rappresentanza dei dottorandi, degli assegnisti, dei contrattisti, e dei ricercatori non strutturati all’interno dei futuri organi di governo e autogoverno dell’Ateneo. A tal fine chiediamo che la Commissione Statuto si impegni ad incontrare la nostra associazione per costruire con i dottori e dottorandi di ricerca, gli assegnisti i collaboratori alle attività di ricerca e didattiche dell’Ateneo un percorso e proposte condivise.

Riteniamo, infatti, che debba essere garantita la presenza dei dottorandi, oltreché, nei Consigli di dipartimento, anche nei Senati accademici e nei Consigli d’amministrazione. Tale opportunità è del tutto in linea con quanto previsto dalla Carta dei diritti dei ricercatori, la quale afferma chiaramente che è «del tutto legittimo, nonché auspicabile, che i ricercatori siano rappresentati negli organi consultivi, decisionali e d’informazione delle istituzioni per cui lavorano, in modo da proteggere e promuovere i loro interessi individuali e collettivi in quanto professionisti e contribuire attivamente al funzionamento dell’istituzione».
I dottorandi, che svolgono attività di formazione ma anche di ricerca, devono, dunque, avere il diritto di partecipare alla vita e al governo democratico delle istituzioni per cui lavorano, godendo del diritto all’elettorato attivo e passivo, distinto e separato da quello studentesco.
Riteniamo, altresì, necessaria la presenza nelle Commissioni di riforma degli Statuti, purtroppo già avviate, di una rappresentanza di queste categorie, erroneamente ritenuta assimilabile a quella studentesca, dalla quale invece differiscono per condizione ed istanze.

-     Proponiamo, inoltre, l’eliminazione delle tasse per i dottorandi senza borsa e il rispetto, almeno, del vincolo ex l. 210/1998 sul limite dei posti senza borsa.
A parere della nostra associazione, la figura del dottorando senza borsa dovrebbe essere superata, garantendo una copertura economica dei posti banditi equivalente all'importo delle borse ministeriali, senza incidere però in negativo sul numero di posti messi a bando. Una rivendicazione di questo genere, sembra ancora più opportuna oggi, poiché con tutta probabilità decisioni del genere saranno demandate agli atenei.
Ad ogni modo, ed in subordine, auspichiamo che nei futuri regolamenti di Ateneo sia almeno rispettato il vincolo minimo del 50%, previsto dalla legge n. 210/1998 ed abrogato dalla l. 240/2010 che non pone invece limiti al numero di posti di dottorato senza borsa prelundendo ad una grave svalutazione del titolo.

Una rivendicazione transitoria, ma comunque estremamente importante nel significato senza che abbia ricadute importanti sulle finanze dell’Ateneo, è l’eliminazione delle tasse universitarie per i dottorandi senza borsa. La tassazione oltre ad essere ingiusta, dal momento che penalizza chi si forma e fa ricerca al servizio dell’università, è probabilmente anche in contrasto con il dettato costituzionale che garantisce ai “capaci e meritevoli” l’accesso ai più alti gradi dell’istruzione, visto che quasi mai è accompagnata da misure di diritto allo studio.

-     Sollecitiamo, ancora, l’immediata messa a bilancio delle risorse ai fini della attribuzione dei contratti RTDB (Cfr. artt. 18 comma 2 e 24 l. 240/2010), e il rispetto di una proporzione numerica tra dottori di ricerca e posti RTDA messi a bando, nonché tra RTDA ed RTDB così da garantire una adeguata programmazione delle risorse economiche e delle necessità del reclutamento che possano garantire un flusso ordinato e permanente di assunzioni anche tra i futuri ricercatori a tempo determinato costituendo, nel contempo, un modello più vicino a quello della tenure di quanto non sia l’attuale provvisione di legge.

-     Chiediamo, inoltre, che sia garantita una maggiore possibilità di comunicazione tra i dottorandi, gli assegnisti e i ricercatori a tempo determinato iscritti presso questo Ateneo attraverso una mailing-list dedicata.
Le distanze tra i dipartimenti, la scarsa disponibilità di tempo, l’assenza di spazi comuni  impediscono effettive relazioni inter ed intra categoriali.
A questo fine, reputiamo che sia necessario che ci venga data l’opportunità di accedere agli indirizzi mail dei dottorandi, assegnisti, contrattisti e ricercatori così da poter inoltrare comunicazioni, inviti, proporre momenti di socializzazione delle esperienze, anche sotto un profilo didattico, scientifico, professionale.

-          Infine, chiediamo l’istituzione di un tavolo tecnico tra l’Amministrazione, il Rettore, l’Adi e le organizzazione dei ricercatori precari al fine di individuare insieme quegli strumenti che possano qualificare e valorizzare l’impegno di dottorandi, assegnisti, contrattisti garantendo standard minimi di diritti e tutele nonché la possibilità di partecipare attivamente alla vita del nostro Ateneo.

Speriamo di potervi dare aggiornamenti sull'andamento dei nostri incontri già nella prossima Assemblea Soci che si terrà il giorno 9 giugno alle ore 16.00 presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Federico II.

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