ADI

L’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani (ADI), costituita nel 1998, è l’organizzazione di rappresentanza sociale dei dottorandi e dei dottori di ricerca italiani. L’ADI s’impegna a tutelare ed estendere i diritti dei dottorandi e dei giovani ricercatori e a promuovere il titolo di Dottore di Ricerca. L’ADI non ha fini di lucro ed è fatta da dottorandi e da dottori di ricerca che dedicano in maniera volontaria e non retribuita il proprio tempo per migliorare le condizioni di vita e di ricerca di tutti. L’ADI è indipendente dai partiti e dalle organizzazioni sindacali e autonoma nell’elaborazione e nell’attuazione delle sue politiche. L’ADI riconosce come suoi referenti sociali i dottorandi e i giovani ricercatori. L’ADI promuove la libera circolazione dei saperi e la loro dimensione pubblica al servizio di tutti i cittadini. L’ADI crede che la ricerca scientifica debba essere strumento di comprensione del mondo e di progresso umano. L’ADI si impegna nella costruzione di una rete europea di dibattito e di rappresentanza dei dottorandi e dei giovani ricercatori. A tal fine fa parte di EURODOC.

venerdì 4 ottobre 2013

Assemblea ADI Napoli 11 ottobre 2013

Assemblea di presentazione - 11 ottobre 2013 ore 15
Aula 4.3 Palazzo Giusso


Giuseppe Montalbano (rappresentante dottorandi in CNSU),
L’attività dell’ADI e l’indagine nazionale su dottorandi e post-doc

Roberta Russo (segretario Adi-Napoli),
La condizione dei dottorandi  e dei post-doc a Napoli: l’indagine locale.

modera Valentina Maisto (segreteria nazionale ADI)


La sede di Napoli dell’ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani), in vista dei futuri incontri con l’Assessore all’Università e alla Ricerca, prof. Guido Trombetti, e con i Rettori delle Università Napoletane, promuove una Indagine sulle condizioni dei dottorandi e dei dottori di ricerca napoletani.

Al fine di presentare gli strumenti attraverso cui sarà realizzata l’indagine è indetta, quindi, per l’11 ottobre 2013 un’assemblea pubblica. Sarà l’occasione per avviare la discussione su tre specifici temi: tutela dei dottorandi senza borsa, dottorato in azienda e prospettive della Ricerca Scientifica nelle Università napoletane.

All’iniziativa interverrà il rappresentante dei dottorandi nel Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) Giuseppe Montalbano, socio ADI, che presenterà i risultati delle indagini nazionali su dottorato e post-doc.

Durante l’assemblea saranno raccolte proposte e suggerimenti per la programmazione delle attività dell’Anno accademico 2013/2014.


Tutti i dottorandi e i post-doc sono invitati a partecipare.

lunedì 13 maggio 2013

Cara collega, caro collega,
 
i prossimi 21 e 22 maggio si vota per il rinnovo dei rappresentanti al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU), il più alto organo consultivo in cui studenti, dottorandi e specializzandi sottopongono pareri, avanzano proposte e formulano interrogazioni al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Entra con noi nel CNSU: porteremo la tua voce direttamente nelle istituzioni e insieme cercheremo di invertire il processo di smantellamento del sistema della formazione pubblica, del diritto allo studio e di ogni prospettiva per giovani ricercatori cui assistiamo in questo momento nel nostro Paese.
Fin dalla sua nascita, nel 1998, l'ADI, Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani, in maniera indipendente e svincolata da ogni partito o lobby di potere, è in prima linea per la difesa e la valorizzazione del dottorato di ricerca, lavorando negli atenei e nei contesti istituzionali nazionali per promuoverne il ruolo e i diritti secondo un’idea di Università pubblica, inclusiva e laica.
Anche per questa tornata elettorale abbiamo scelto di candidarci al CNSU. Questo organo è senza dubbio uno strumento, sebbene limitato e non privo di contraddizioni, con cui proseguire e dare forza alle battaglie che sosteniamo da anni.
Aumento dell'importo minimo delle borse di dottorato, superamento del dottorato senza borsa, statuto dei diritti, misure pensionistiche adeguate, riforma delle procedure di reclutamento, valorizzazione del titolo: sono solo alcuni dei temi trattati negli ultimi anni dall'ADI, in varie occasioni di confronto con il Ministero rese possibili proprio dalla nostra presenza come rappresentanti al CNSU.
Rispetto ad alcune di queste battaglie abbiamo ottenuto vittorie significative: l'aumento di 240 euro al mese, per tutti i dottorandi borsisti, a partire da gennaio 2008 è sicuramente la più importante, ma non l'unica. In alcuni atenei siamo riusciti a far eliminare le tasse universitarie per i dottorandi senza borsa, così come abbiamo ottenuto l'inserimento dei rappresentanti di dottorandi e precari della ricerca in vari organi collegiali per la prima volta.
Sono ancora molti i provvedimenti che chiederemo con forza per rendere questo paese accogliente per i giovani ricercatori italiani:
  • il superamento totale del dottorato senza borsa;
  • l'affermazione della figura del dottorando considerato come professionista in formazione e non come studente;
  • l'approvazione di una Carta dei Diritti dei Dottorandi,
  • la valorizzazione del titolo di dottore di ricerca nelle imprese, nella scuola e nella pubblica amministrazione;
  • l'eliminazione del blocco alle assunzioni per i giovani ricercatori;
  • la parità di diritti fra ricercatori precari e personale strutturato;
  • una riforma del reclutamento dei ricercatori incentrata su una valutazione del merito e del lavoro svolto.
Nei prossimi due anni vogliamo continuare a dare voce ai dottorandi e ai dottori di ricerca anche in una sede istituzionale come il CNSU. Per farlo, come sempre, potremo contare solo sull'impegno volontario di tanti attivisti e sul tuo sostegno in occasione del voto del 21 e 22 maggio. Sostenere e promuovere l’ADI nella tua università significa dare forza, tutti insieme, al nostro ruolo di dottorandi e di dottori di ricerca, come protagonisti della ricerca dentro e fuori l’accademia e come risorsa fondamentale per lo sviluppo del Paese.
Qui di seguito puoi trovare il nostro programma per le elezioni del 21 e 22 maggio, con i link per approfondire il lavoro già svolto nel CNSU e negli atenei in cui siamo presenti, insieme alle nostre indagini e iniziative nazionali.
 
Il 21 e 22 maggio entra con noi nel CNSU: vota ADI! Barra la casella accanto al nome di Giuseppe Montalbano!



lunedì 6 giugno 2011

ban_newsletter.jpgCare e cari colleghi,

vi informiamo che il tesseramento ADI per il 2011 è oramai iniziato!

Se sei un dottorandoun dottore di ricercaun assegnista o in generale uno dei tanti precari della ricerca che lavorano nei nostri Atenei è importante continuare a coordinarci e mettere in rete le nostre esperienze. Iscriversi all’ADI significa aumentare le nostre possibilità di “rendere visibile” il mondo della ricerca e soprattutto dei dottorandi, dei dottori di ricerca e dei giovani ricercatori. Significa contribuire ad un progetto che vede impegnati tanti di noi in modo assolutamente volontario

Ti chiediamo di sostenerci!

Essere iscritti vuol dire continuare a sostenere le nostre battaglie! Quelle passate: come la campagna per l'aumento delle borse di dottorato a mille euro ("Se potessi avere mille euro al mese") che ha visto finalmente l'adeguamento delle borse ad un minimo dignitoso, "Dai forza al Dottorato" per la valorizzazione e il riconoscimento del titolo di Dottore di Ricerca con più di 10000 adesioni raccolte in meno di un anno. E quelle attuali e future: con il nostro costante impegno per l'abolizione delle tasse per il dottorandi senza borsa, la costruzione di un database nazionale dei dottorandi accessibile alle aziende ed alle università e la rappresentanza dei dottorandi nelle sedi istituzionali, come al CNSU dove la nostra collega, Valentina Maisto, dottoranda della Statale di Milano eletta lo scorso anno, tenta di rappresentare al meglio tutte le istanze che raccogliamo nel corso delle assemblee locali o sui gruppi di discussione on line.

Per iscriverti vai su www.dottorato.it e clicca su "Iscriviti!", sarai contattato da ADI Napoli e, se vorrai, potrai partecipare alle nostre attività. La tessera ha un costo di 10 euro ed è valida fino a gennaio 2012: possono iscriversi dottorandi e dottori di ricerca, ma anche simpatizzanti e tutti coloro che ritengono giusto condividere e sostenere le nostre iniziative.  

Essere tanti ci aiuta nell'avere successo per migliorare le condizioni di ricerca dei giovani in Italia ma soprattutto ci incoraggia ad andare avanti.

Ti salutiamo e speriamo di incontrarti presto nelle nostre iniziative e nella nostra prossima assemblea che si terrà giovedì 9 giugno alle ore 16 presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Federico II di Napoli.

Il Consiglio Direttivo ADI Napoli

giovedì 2 giugno 2011

Le richieste di ADI Napoli ai rettori napoletani

L'ADI è l'unica associazione di categoria che difende gli interessi dei dottorandi e dei dottori di ricerca sull'intero territorio nazionale. Allo scopo di accreditarci presso gli Atenei napoletani, specialmente in vista dell'imminente riforma degli statuti, ADI Napoli intende incontrare tutti i rettori avanzando delle proposte concrete per aprire un dialogo con le istituzioni universitarie, che sono sintetizzate all'interno di questo documento :



Illustrissimo Rettore,
quali rappresentanti dell’ADI Napoli, associazione dottorandi e dottori di ricerca, e della ....... al fine di migliorare le condizioni delle nostre categorie e consci dell’impegno da lei profuso negli anni per mantenere viva la ricerca nel Suo Ateneo, vorremmo che considerasse le seguenti  proposte da inserire, nel nuovo Statuto di Ateneo:



-     Chiediamo che venga prevista una adeguata rappresentanza dei dottorandi, degli assegnisti, dei contrattisti, e dei ricercatori non strutturati all’interno dei futuri organi di governo e autogoverno dell’Ateneo. A tal fine chiediamo che la Commissione Statuto si impegni ad incontrare la nostra associazione per costruire con i dottori e dottorandi di ricerca, gli assegnisti i collaboratori alle attività di ricerca e didattiche dell’Ateneo un percorso e proposte condivise.

Riteniamo, infatti, che debba essere garantita la presenza dei dottorandi, oltreché, nei Consigli di dipartimento, anche nei Senati accademici e nei Consigli d’amministrazione. Tale opportunità è del tutto in linea con quanto previsto dalla Carta dei diritti dei ricercatori, la quale afferma chiaramente che è «del tutto legittimo, nonché auspicabile, che i ricercatori siano rappresentati negli organi consultivi, decisionali e d’informazione delle istituzioni per cui lavorano, in modo da proteggere e promuovere i loro interessi individuali e collettivi in quanto professionisti e contribuire attivamente al funzionamento dell’istituzione».
I dottorandi, che svolgono attività di formazione ma anche di ricerca, devono, dunque, avere il diritto di partecipare alla vita e al governo democratico delle istituzioni per cui lavorano, godendo del diritto all’elettorato attivo e passivo, distinto e separato da quello studentesco.
Riteniamo, altresì, necessaria la presenza nelle Commissioni di riforma degli Statuti, purtroppo già avviate, di una rappresentanza di queste categorie, erroneamente ritenuta assimilabile a quella studentesca, dalla quale invece differiscono per condizione ed istanze.

-     Proponiamo, inoltre, l’eliminazione delle tasse per i dottorandi senza borsa e il rispetto, almeno, del vincolo ex l. 210/1998 sul limite dei posti senza borsa.
A parere della nostra associazione, la figura del dottorando senza borsa dovrebbe essere superata, garantendo una copertura economica dei posti banditi equivalente all'importo delle borse ministeriali, senza incidere però in negativo sul numero di posti messi a bando. Una rivendicazione di questo genere, sembra ancora più opportuna oggi, poiché con tutta probabilità decisioni del genere saranno demandate agli atenei.
Ad ogni modo, ed in subordine, auspichiamo che nei futuri regolamenti di Ateneo sia almeno rispettato il vincolo minimo del 50%, previsto dalla legge n. 210/1998 ed abrogato dalla l. 240/2010 che non pone invece limiti al numero di posti di dottorato senza borsa prelundendo ad una grave svalutazione del titolo.

Una rivendicazione transitoria, ma comunque estremamente importante nel significato senza che abbia ricadute importanti sulle finanze dell’Ateneo, è l’eliminazione delle tasse universitarie per i dottorandi senza borsa. La tassazione oltre ad essere ingiusta, dal momento che penalizza chi si forma e fa ricerca al servizio dell’università, è probabilmente anche in contrasto con il dettato costituzionale che garantisce ai “capaci e meritevoli” l’accesso ai più alti gradi dell’istruzione, visto che quasi mai è accompagnata da misure di diritto allo studio.

-     Sollecitiamo, ancora, l’immediata messa a bilancio delle risorse ai fini della attribuzione dei contratti RTDB (Cfr. artt. 18 comma 2 e 24 l. 240/2010), e il rispetto di una proporzione numerica tra dottori di ricerca e posti RTDA messi a bando, nonché tra RTDA ed RTDB così da garantire una adeguata programmazione delle risorse economiche e delle necessità del reclutamento che possano garantire un flusso ordinato e permanente di assunzioni anche tra i futuri ricercatori a tempo determinato costituendo, nel contempo, un modello più vicino a quello della tenure di quanto non sia l’attuale provvisione di legge.

-     Chiediamo, inoltre, che sia garantita una maggiore possibilità di comunicazione tra i dottorandi, gli assegnisti e i ricercatori a tempo determinato iscritti presso questo Ateneo attraverso una mailing-list dedicata.
Le distanze tra i dipartimenti, la scarsa disponibilità di tempo, l’assenza di spazi comuni  impediscono effettive relazioni inter ed intra categoriali.
A questo fine, reputiamo che sia necessario che ci venga data l’opportunità di accedere agli indirizzi mail dei dottorandi, assegnisti, contrattisti e ricercatori così da poter inoltrare comunicazioni, inviti, proporre momenti di socializzazione delle esperienze, anche sotto un profilo didattico, scientifico, professionale.

-          Infine, chiediamo l’istituzione di un tavolo tecnico tra l’Amministrazione, il Rettore, l’Adi e le organizzazione dei ricercatori precari al fine di individuare insieme quegli strumenti che possano qualificare e valorizzare l’impegno di dottorandi, assegnisti, contrattisti garantendo standard minimi di diritti e tutele nonché la possibilità di partecipare attivamente alla vita del nostro Ateneo.

Speriamo di potervi dare aggiornamenti sull'andamento dei nostri incontri già nella prossima Assemblea Soci che si terrà il giorno 9 giugno alle ore 16.00 presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Federico II.

sabato 28 maggio 2011

Convocazione Assemblea Soci Giovedì 9 Giugno.

E' convocata per il giorno

giovedì 9 Giugno 2011, alle ore 16:00
presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II", l'Assemblea dei Soci ADI della sede locale di Napoli, con il seguente

Ordine del Giorno:
1- Comunicazioni del Rappresentante della Sede Locale e dei membri del Consiglio Direttivo
2- Iscrizione nuovi Soci
3- Diffusione progetto Adi. Assemblee congiunte o incontri dipartimentali?
4- Bilancio attività ADI Napoli primo semestre 2011
5- Programmazione attività ADI Napoli secondo semestre 2011

Nei prossimi giorni, vagliate le disponibilità dell'Ateneo, vi comunicheremo in quale aula si terrà la riunione.

Sono invitati a partecipare all'Assemblea tutti i dottorandi di ricerca iscritti presso gli Atenei napoletani e tutti i dottori di ricerca partenopei.

In sede di assemblea saranno a vostra disposizione i componenti del consiglio direttivo per accettare le vostre richieste di iscrizione.

Vi aspettiamo numerosi,

Il Consiglio Direttivo ADI-NA. 

martedì 19 aprile 2011

ADI Napoli in piazza con i precari!

Il 9 Aprile si è mossa per le vie del centro storico la manifestazione contro il precariato "Il nostro tempo è adesso". ADI Napoli ha partecipato per far sentire la voce di tutti i precari della ricerca, dai Dottorandi con e senza borsa, ai Dottori di ricerca titolari di borse post-doc ed assegni di ricerca che vivono nel difficile mondo del post-laurea. Vi riportiamo qui sotto l'intervento di Gianni Criscione, nostro socio e neo-eletto consigliere nel direttivo di ADI Napoli, che ha deciso di condividere la sua esperienza di dottorando senza borsa:

Sono uno dei tantissimi dottorandi dell’Università italiana, cioè a metà strada tra lo studente universitario e il ricercatore. Il dottorato di ricerca infatti è la fase più avanzata della formazione pubblica ed è la prima in cui si fa vera e propria ricerca.

In un periodo di 3 anni, pur dovendo seguire conferenze, seminari e corsi, dovrei, anzi, devo approntare un progetto di ricerca originale capace di portare una novità nel mio settore di studi. Inoltre, alcuni Atenei prevedono esplicitamente che il dottorando possa tenere corsi universitari, fare esami, seguire laureandi ecc. In altri Atenei invece questa possibilità non è nemmeno nel contratto firmato, così che i dottorandi che tengono corsi o seminari sono dei veri e propri abusivi.

Io, dottorando senza borsa, sono in sostanza quello “un po’ più sfigato”, il brutto anatroccolo della famiglia universitaria. La legge italiana infatti attualmente permette ai singoli Atenei di bandire concorsi per dottorandi ma permette anche che non tutti i posti disponibili siano coperti da borsa di studio. L’importante è che coloro che percepiscono la borsa di studio non siano numericamente inferiori a quelli senza borsa.

Per legge non riceverò in tre anni per la mia ricerca nemmeno un euro. Zero. Ma non solo non percepisco un euro, devo anche pagare le tasse universitarie, che in alcuni Atenei campani ammontano a 1500euro.
Questo significa che tra me e i miei colleghi borsisti, per lo stesso lavoro, ci sono 2000euro di differenza, dato che i borsisti ricevono dall’Ateneo circa 1000euro al mese.
In più c’è il fatto che sono fuori sede. Ogni volta che devo andare all’università significa che devo spendere soldi per i trasporti pubblici, che di questi tempi tra l’altro hanno subito notevoli rincari. Il mio Unico Campania, fascia 4, è passato da 2,90 a 3euro e 40 centesimi. Un euro in più ogni volta che vado a Napoli.
A questi costi si devono aggiungere, inoltre, quelli che effettuo per recarmi negli archivi storici, a Caserta, a Napoli, a Roma, dove conduco le mie ricerche. Ed ovviamente tutto a mie spese.
È evidente che non ricevendo nemmeno un minimo rimborso, anche se per la mia ricerca fanno una importantissima conferenza in qualche altra università, in Italia o all’estero, non la prendo neanche in considerazione.

Dunque, riassumendo, in questi tre anni non riceverò un euro dall’Università per cui lavoro. E dunque da questo punto di vista la mia non è precarietà, bensì la mia condizione è assolutamente stabile estabilizzata. Zero euro in 3 anni di lavoro. Più stabile di così si muore. 
In un Paese normale dopo aver vinto un concorso avrei dovuto gioire. Ed in effetti almeno nei primi giorni ero felicissimo di aver superato quella prova. Mi sentivo orgoglioso per il mio risultato, anche se sapevo di non poter ricevere nemmeno un minimo rimborso spese. Però, mi sono detto, ne vale la pena. Il mio sarà un investimento sul futuro. Almeno con questa specializzazione potrò essere finalmente competitivo sul mercato.
La mia generazione è pronta a fare sacrifici per un futuro migliore e meno precario!
Per ora invece mi tocca la mia precarietà. Anzi la mia “sicurezza” di guadagnare zero euro. Almeno ufficialmente. Perché non è realistico che dopo la laurea sia ancora a carico della mia famiglia. E allora devo barcamenarmi tra più lavori: a volte due, a volte tre contemporaneamente, con la logica conseguenza di non potermi concentrare sulla mia ricerca. Ma tant’è. Allora mi tocca fare lezioni private, il cameriere, e vari lavoretti saltuari. Un vero lavoro alternativo infatti sarebbe dura da poter portare avanti insieme al dottorato. Così mi ritrovo magari delle giornate in cui, fino alle 17 sono in archivio, dove faccio le mie ricerche su documenti di inizio ‘900 e dalle 18 sono in camicia bianca in una sala di qualche ristorante a fare il cameriere. Questo e altro per fare un po’ di cassa visto che non sono e non voglio essere accomunato ai bamboccioni di cui tanto si è parlato qualche tempo fa.
È più che ovvio che con questo ritmo devo fare i salti mortali per portare avanti il lavoro. Per avere il tempo di scrivere la tesi di dottorato, specialmente quando ho dei corsi obbligatori da seguire e di sera devo andare a lavorare, mi tocca studiare, leggere ed aggiornarmi magari in treno mentre torno a casa. Le giornate dovrebbero durare molto più delle 24 ore abituali.
I tagli che la riforma Gelmini-Tremonti ha perpetrato rendono per noi giovani studiosi molto difficile l’ingresso stabile nell’università. Basta ricordare solo l’eliminazione della figura delricercatore con contratto a tempo indeterminato. Mentre è recente la notizia che è stato eliminato anche l’obbligo per gli Atenei di bandire posti di dottorato senza borsa in pari numero di quelli con borsa. Si potrà verificare in futuro che i singoli atenei, specialmente quelli in cui i senza borsa devono pagare le tasse universitarie, bandiscano solo dottorati non coperti da borsa.

Oggi mi chiedo a che serve un titolo di dottorato, un così alto livello di specializzazione se poi non potrò spendere le mie capacità e la mia formazione per un lavoro futuro. Ho investito tanti soldi per poi ritrovarmi fuori dal mia ambito di studio e magari espulso dal mondo della ricerca, che è il naturale proseguimento del dottorato. E allora mi chiedo anche quanto siano reali quegli appelli alle specializzazioni. Perché dovrei specializzarmi in un ambito che poi non mi dà sbocchi per programmarmi un presente ed un futuro migliore, dato che dopo il dottorato non c’è nulla?



L’unico sbocco sembrerebbe partire, andare all’estero, dove il titolo di dottorato è ancora spendibile. Ma questo conviene all’università? Conviene all’Italia? Conviene spendere tanto per la formazione di studiosi che finalmente potrebbero ora ripagare, anche in termini economici, gli Atenei o le aziende che per rimanere competitive sul mercato investono sulla ricerca? Investire nella ricerca è l’unica speranza di una Nazione. Lo si dovrebbe fare ancor di più nei momenti di crisi ed invece questi tagli ci portano in una direzione opposta.

Credo però utile e necessario ribadire che queste non sono solo mie perplessità. Non sono solo davanti a questa tragica situazione. Nelle mie condizioni si trovano tantissimi colleghi ed è con loro che combattiamo per riaffermare dei diritti che ci vogliono togliere. Il diritto ad essere riconosciuti professionalmente ed economicamente. Con l’Adi, l’Associazione dei dottorandi e giovani ricercatori, si è riuscito infatti a far arrivare il compenso dei dottorandi a mille euro ed ora lottiamo, tra le altre cose, per il superamento del dottorato senza borsa.

Chiedo e chiediamo un riconoscimento volto alla stabilizzazione del nostro presente. Pretendo e pretendiamo che si investa seriamente su di noi. Vogliamo l’opportunità di poter sognare una vita diversa. Vogliamo l’opportunità di organizzare il nostro futuro.

Un ultimo appello. È una citazione dell'unico vero signor B.: «non si può rinunciare alla lotta per cambiare ciò che non va. Il difficile, certo, è stare in mezzo alla mischia mantenendo fermo un ideale e non lasciandosi invischiare negli aspetti più o meno deteriori che vi sono in ogni battaglia. Ma alternative [alla lotta] non ne esistono». Enrico Berlinguer



Ed ecco a voi il video dell'intervento di Gianni dal palco di Piazza del Gesù.

Questo è invece il servizio di Repubblica TV sulla manifestazione con l'intervista ad Alfonso Gentile, nostro Rappresentante di Sede in Consiglio Nazionale.